mercoledì 16 luglio 2014

Estate

Da qualche giorno Matteo continua a parlare del suo Dojo: ha disegnato un progetto e contattato personalmente "zio Gino" (lo zio costruttor-riparatore) per definire l'inizio dei lavori e il suo svolgimento ed è tutto preso dalla sua "scuola di arti celesti".
All'inizio ho lasciato correre, tra il divertito e il compiaciuto, pensando che gli sarebbe passata come gli è venuta, questa fissazione. Ma i progetti e i discorsi continuano e, a malincuore, sto svolgendo il compito forse più sgradito a qualsiasi genitore, quello di custode e divulgatore del principio di realtà. E allora orsù coi tipici discorsi sull'età, sui costi, sui permessi (se, in questo Paese, burocrazia deve essere allora meglio iniziare subito a parlarne), sull'opportunità, ecc.
Pensavo questa cosa del dojo fosse positiva considerando che, solo fino a pochi mesi fa, Matteo mi diceva che non sarebbe andato via da casa nemmeno da "grande" (e se state pensando che questo bimbo io lo prendo troppo sul serio: è vero, avete ragione...) e che nella nostra casa ci potevano stare anche sua moglie e i suoi figli (...lo prendo sul serio perché mi fa troppo divertire) e invece...
E invece semplicemente Matteo ha bisogno di allontanarsi da casa perché, in questo momento, l'aria che vi si respira è pesante.
"L'estate da noi non è mica un periodo felice..." dice il mitico e infatti siamo sommersi dai soliti problemi, con in più il caldo e la noia.
Del resto è colpa mia: passi mio padre coi suoi problemi di salute per cui ogni tac, pet o analisi diventa un rebus di non facile soluzione; ma la zia anziana (madre di mio fratello) e il suo intervento di cataratta, e l'altra zia (mamma della cugina che, per me, è la sorella che non ho mai avuto) e il suo mieloma multiplo fresco di diagnosi, cosa c'entrano con Matteo?

Carissimo gigantino, la tua mamma è così: proprio non riesce a far finta di nulla, non che non ci abbia provato ma, quelle rare volte, ha constatato che, se fa finta di non vedere un problema quello, poi, diventa più grande e vanifica l'apparente tranquillità di cui aveva goduto fino ad allora.
Tu mi diresti, potendo, che non è giusto perché questa è, probabilmente, la tua ultima estate davvero senza pensieri, l'ultima da infante prima che anche tu venga sommerso dai tuoi impegni, di bambino certo, ma pur sempre impegni.
Io ti risponderei, volendo, che hai perfettamente ragione tanto più che ben mi ricordo di quella volta in cui il vecchio saggio mi disse:
"i genitori bisognerebbe imparare a mandarli a quel paese il prima possibile". Ma questo è una cosa che, più che dirti, preferirei insegnarti.
Il fatto, caro Matteo, è che non viviamo su una montagna e i problemi di chi ci è vicino, specie quelli delle persone a cui vogliamo bene,  finiscono spesso col coinvolgerci troppo.
Mi dispiace: vorrei dirti cose diverse e un pochino più ottimiste ma, per il momento, non me ne vengono in mente. 
Passerà anche questo periodaccio tu, intanto, goditi la tua cuginetta preferita, i vostri giochi e le vostre fantasie.
Tutto sommato, oggi è un buon giorno.


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