venerdì 9 settembre 2011

Degustazioni letterarie: "Enigma in luogo di mare" Fruttero & Lucentini

"Il frutto, ammette con un sorriso, è talvolta davvero durissimo, lo si sente perfino attraverso la punta di una robusta scarpa. Un brav'uomo, povero Bonanno, ma non per questo meno pericoloso, anzi. Meglio non pensare alle sue iniziative nel campo dell'agricoltura e foreste; uno che, non per arroganza ma per mera cecità, è stato capace di piantare 45 tuje alla Gualdana, uno così insensibile alle discrepanze botaniche, non esiterebbe in perfetta buona fede a riempire Roma di abeti, a spargere cipressi nella campagna lombarda, lungo le rive del Nilo. Un pasticcione, un seminatore d'incongruo...
Solo però quando rientra in casa e si siede annoiato sul sofà aspettando l'ora del "trattenimento musicale", il Monforti prova a immaginare cosa succederebbe se Bonanno fosse membro della commissione parlamentare dei puzzle. Mescolanze impossibili di palme e di pini, di cammellieri e benzinai, di sabbie e grattacieli, che sarebbero allora ben più difficili da distinguere, separare, scoprporare. Forse in qualche iniziatico negozio di Londra già esistono giochi così preparati, o più semplicemente esistono fanatici del difficile che comprano due, tre, cinque puzzle senza immagine, vuotano i sacchetti sul tavolo e li rimestano e confondono alla cieca, un Rembrandt con una veduta di Grosseto con la vetrina di un supermarket con un ghiacciaio svizzero. Non sarebbe questa del resto un'immagine più fedele della vita, gioco d'infinite sovrapposizioni e contaminazioni, di inestricabili escrescenze e ritagli anomali come i topi di Bonanno?
Ed è in fondo proprio lui, l'onorevole, a suggerire al Monforti la prima idea della procedura da seguire per raccapezzarsi tra gli enigmi della Gualdana. Perché tutto a un tratto il teorico della pigna appare estricabilissimo. Non uno dei pezzi del suo mistero può concepibilmente combaciare con gli altri, combinarsi in qualsiasi modo con Delaude, con Orfeo, con gli Zeme, col Romito, con Katia. E' un mistero che si può, si deve espungere da tutto il mucchio eterogeneo dei ritagli. E' un intruso, un abusivo, venuto come le tuje a creare incongruenza e di cui occorre sbarazzarsi al più presto. La procedura dello scorporo, ecco ciò che serve per cominciare a vederci chiaro."


Bello questo giallo dove si viene investiti da una serie di vicende relative ad una strana comunità di vacanzieri fuori stagione. Tutto potrebbe costituire un enigma, all'inizio, tanto che la domanda vera è: "qual'è l'enigma?". La risposta a questa domanda arriva per gradi e si porta dietro la soluzione del mistero principale e di quelli accessori tramite una narrazione leggera ma per niente piatta. La via italiana al giallo passa anche per libri come questo dove proprio la lingua italiana, con le sue inesauribili potenzialità espressive, costituisce un valore aggiunto. Libri come questo riescono a far sperimentare "il piacere della lettura" anche a chi non lo conosca.
Unico consiglio: a dispetto del titolo, non portatevi questo libro in spiaggia, aspettate invece il primo fresco autunnale, sicuramente la lettura sarà più piacevole.


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