venerdì 7 ottobre 2011

Per favore non ditemi: "te l'avevo detto!"

Ebbene si: quel progettino tanto carino che avevo in mente credo, quasi sicuramente, rimarrà nella mia mente.
E' andata così: le mamme sono rimaste abbastanza indifferenti, le maestre invece si sono mostrate interessate e, dopo aver fatto qualche rilievo tecnico, hanno espresso la loro disponibilità se il preside fosse stato d'accordo.
Vero che ho avuto l'impressione di una certa condiscendenza ma lì per lì, non c'ho dato peso.
Il giorno dell'incontro col preside, ho esposto anche a lui la richiesta e la sua prima reazione è stata di un certo sconcerto: "signora mi coglie impreparato, dovrei controllare se la cosa è permessa"
e io "dal regolamento no, ho già controllato" (poco astuto da parte mia, ma almeno si sarebbero evitate inutili perdite di tempo), 
"tuttavia il regolamento potrebbe essere modificato...si mi debbo informare", continua lui, 
"si mette bene", penso io 
ma ecco la pugnalata alle spalle della maestra "però vede preside, io la signora la capisco, anche io quando ho avuto i miei figli all'asilo ero come lei molto preoccupata, però per i bambini questo via vai di genitori...("e se me lo dicevi subito non era meglio?", penso io) che interaggirebbero anche con gli altri bambini..." 
E il preside subito "in effetti signora lei deve pensare che anche una frase innocua che so -ma che belle guanciotte che hai!- può essere vissuta male da un bimbo che non è il proprio figlio". 
E' stato difficile evitare di farmi una bella risata (magari con grugnito) all'udire questa cosa che, a pensarci bene, invece, è un po spaventosa tuttavia ho cercato di ribattere parlando di "atteggiamento aperto ma rispettoso verso gli altri bambini" ma a quel punto questioni serie, come quella della caldaia o quella delle pulizie, già incalzavano le pragmatiche mamme e dunque il mio progetto è rimasto così, nel limbo del "vedremo".
"Vabbé c'ho provato", ho pensato lì per lì concentrandomi su problemi di budget  e straordinari negati di cui, francamente, non mi importava niente. In realtà c'ero rimasta male.
Comunque ho avuto modo di rimanerci peggio: al momento dei saluti il preside mi fa: "lei signora è un po apprensiva, però debbo documentarmi...noi abbiamo l'autonomia, quindi possiamo fare quello che riteniamo più opportuno;  debbo controllare se fanno qualcosa si simile in Finlandia o in Norvegia".
Cioè: il fatto che un direttore (didattico, sanitario, amministrativo ecc) guardi all'Europa in cerca di ispirazione è di per sé confortante. Del resto qui parliamo di uno che ama il suo lavoro, che parla con i genitori e che ha in mente progetti di orti in cui i bambini potrebbero coltivare insalata da rivendere al mercato la domenica. Un progressista! Finlandia e Norvegia permettendo.
E poi non sono più apprensiva di quelle mamme che sento ripetere a giorni alterni "mi sono arrivate delle voci su quella maestra...attenzione eh!". A parte che pure a me sono arrivate voci (da Matteo, fonte attendibilissima) che pare che il direttore si porti via i bambini cattivi (alla faccia delle guanciotte), comunque io mi fido della professionalità delle nostre maestre; i tristissimi eventi che purtroppo sono accaduti in alcuni nidi e asili italiani, voglio considerarli come aberrazioni, fatti eccezionali e mostruosi. Nulla a che vedere con Matteo e la sua vita scolastica.
No, non sono apprensiva; era solo una gran voglia di tornare bambina in quello stesso asilo dove ho lasciato qualcosa di irrisolto, dove il mio primo giorno ho visto questa bambina sola (ero io, era un'altra? Che importa) nell'immenso piazzale, che piangeva e nessuno a consolarla. Era per tornare indietro nel tempo e avere una seconda opportunità. Era per crescere un po.
E vabbè: c'ho provato.

Stellocchiotto di mamma, mi ricordo che m'hai detto "io ho pianto perché volevo che c'eri anche tu con me all'asilo" e allora ho provato a chiedere alla maestra il permesso di stare un po con te; ma lei dice che non si può perché per diventare grandi i bambini, quando vanno all'asilo, debbono stare solo con le maestre e gli altri bambini. Non lo so perché ma se lo dice la maestra, sicuramente è così.
Vabbé ma a noi che importa: all'asilo si sta bene anche senza la mamma e quando torni possiamo stare tanto tempo insieme;
e poi mamma adesso fa un bel sogno in cui diventa una bambina come te e così nel sogno ti vengo a trovare e andiamo insieme all'asilo e facciamo tanti disegni molto colorati e mi fai conoscere i tuoi amichetti.
E tu, amore, pensa solo che adesso, come dice una canzone che sembra tanto triste ma invece non lo è, "dobbiamo approfittare di questi venti gelidi"* e se abbiamo freddo, possiamo coprirci ma questo viaggio lo dobbiamo fare e ti prometto che ti piacerà. Baciotto.



*e scusate se musicalmente in questo periodo sono un po monotematica ma la bravura non è mai ripetitiva.



2 commenti:

  1. cara camp, sei davvero troppo cara!
    ci hai provato e hai fatto bene e questo ti fa onore! e hai saputo anche guardare dentro di te cercando tutti i motivi che ti hanno portato a questo gesto.
    hai fatto bene a provarci!

    RispondiElimina
  2. Cara Plotina a me questa cosa di "provarci" è sempre difettata ma adesso sto un po cambiando. Si vede che a forza di leggerti, qualche cosa sto imparando. Grazie

    RispondiElimina

Ma dai, sei arrivato fin qui!!!?
Allora su: fai un altro sforzo...

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...