sabato 15 dicembre 2012

Ma un par di fatti vostri, mai?

Ci sono parole che, quando escono dalla bocca di un bambino, fanno un effetto sgradevole, al limite del volgare.
Da giorni ormai Matteo usa l'aggettivo "morto". Quando gli ho chiesto dove avesse sentito quella parola mi ha risposto: "all'asilo, la maestra mi ha detto che quando le persone vanno in cielo, come nonno L., moiono".
Ecco appunto: nonno L. morto un anno prima che Matteo nascesse e per questo, per reazione a questa cosa che ho sempre considerato un'ingiustizia, da sempre presente nelle nostre conversazioni. "Nonno L. è in cielo, non può tornare qui, ma dal cielo ti guarda sempre perché ti vuole tanto bene e quando fai le ninne lui viene a trovarti e con la sua macchina speciale che vola ti porta a spasso tra le nuvole".
Ogni tanto qualche accenno a chi era, alle tante cose che sapeva fare, alle sue passioni. Poco però, perché credo sia più giusto che a raccontare il nonno che è in cielo siano il papà, la nonna e gli zii di Matteo. Io mi limito a colmare un vuoto che l'assurdità di una morte non ancora accettata e metabolizzata rischiava di creare.
Sono infastidita da questa "ingerenza" della maestra. Mi si dirà che è normale, che i bambini prima o poi incontrano anche gli aspetti sgradevoli della realtà, che così crescono, che questa maestra, alla fine, mi ha fatto un favore, che poco importano le parole quando la realtà che esse significano è tanto incontrovertibile e definitiva.
Sarà, ma io questa tendenza a far scontrare i bambini, anche molto piccoli, col principio di realtà, non l'ho mai condivisa.
Mia cognata ha comprato a mia nipote (5 anni) un CD in cui viene spiegato come nascono i bambini. E' stato molto imbarazzante ma ho dovuto dirle che non lo facesse vedere a Matteo; il gigantino pensa ancora che i bambini li porti  la cicogna. Suppongo che la prima volta che si accorgerà di una donna in avanzato stato di gravidanza, avrò molto da ingegnarmi ma inventerò qualcosa. Come quando  mi ha chiesto cosa fosse l'ombelico e io: "Ti ricordi quando ti ha portato la cicogna? Lei ti teneva per una specie di cordicella attaccata al tuo pancino, prima di volar via l'ha tagliata e ha fatto un nodino, ecco quello è l'ombelico!".
Sui fatti importanti della vita bisogna dare ai bambini, ma anche agli adulti, spiegazioni che siano in grado di gestire non semplici parole, per quanto precise. 
Quest'estate all'ennesimo discorso su nonno L. che sta in cielo, papà camp si è sentito porre da Matteo la seguente richiesta: "papà se nonno L. sta in cielo, allora prendiamo un aereo che va in alto, altissimo e andiamo a trovarlo!". Dove abbia trovato la prontezza di spirito per rispondere, non so (a me è venuto da piangere quando me lo ha raccontato e anche adesso che ci ripenso) ma papà camp ha replicato: "no Matteo, non possiamo andare a trovare nonno L. perché se si va in cielo poi non si può più tornare indietro".
Una bella esperienza quella chiacchierata tra padre e figlio, franca e senza menzogne pur non avendo mai usato la parola "morto".


4 commenti:

  1. ciao camp! io non sono del tutto d'accordo... Non credo ci sia niente di male né a parlare della morte per come realmente sia né a parlare di come nascono i bimbi per come realmente avvenga (certo, se questi hanno chiesto informazione in merito). Io non trovo che spiegare di una persona morta o di una persona in cielo sia poi tanto diverso... secondo me in entrambi i casi un bimbo di 5 anni non capirà molto bene e, allora, perché non chiamare le cose con il loro nome?
    Non dico di dire ad un bimbo che una persona morta viene messa in una bara, seppellita sotto terra, subisce un processo di decomposizione... ma dico di chiamare la morte come si chiama perché, purtroppo, è una cosa naturale.
    E anche i bambini, capire che un bimbo nasce sotto ad un cavolo o lo porta una cicogna non è detto che sia un processo tanto più facile di capire che un bambino è nato dalla pancia della mamma... è una cosa normalissima e bellissima... molto più magica della cicogna o del cavolo...

    secondo me.
    ma, come sempre, ammiro il tuo senso critico e la tua attenzione a valutare sempre la via che ritieni più corretta e a gestire le cose come ritieni meglio per il tuo bimbo. questa si che è la cosa più importante! il tuo amore e il tuo essere mamma così profondamente.
    ti mando un abbraccio forte.

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    1. Cara Plotina in effetti solo tu puoi avere la pazienza per prenderti la briga di rispondere a questi post "estremi" e fa piacere, sai, trovare persone che ti dicono che forse stai esagerando mentre sarebbe più semplice ti ignorassero.
      E' davvero un momentaccio cara Plo e questa uscita di Matteo è stata la ciliegina sulla torta.
      Comunque, per la cronaca, oggi ha sostenuto con insistenza che le persone morte non vanno in cielo ma io ho lasciato stare approfondimenti e puntualizzazioni varie.
      Grazie Plotina che ci sei sempre, a presto e un grande bacio.

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  2. eh eh eh... sarà dura la lotta allora quando diventerà grande se già è convinto che le persone morte non vandano in cielo! soprattutto.. voglio vederlo a catechismo con il parroco del paese ;) ! mi piace molto matteo, è un bimbo molto intelligente secondo me.
    Capisco che sia un momentaccio... lo leggo da un po'...
    ti sento un po' sola.. forza camp! forse serve qualche diversivo, magari un corso in palestra, qualche incontro con le amiche per chiacchierare un po'... insomma, un po' di svago...
    nel frattempo, ti abbraccio forte!

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  3. Grazie Plotina per il sostegno ma c'è davvero poco da svagarsi, anzi: le cose peggioreranno, purtroppo! Un po' perchè siamo sotto natale, un po' perchè è tutto in via di definizione, non posso dirti di più ma mi aspettano brutti momenti. Il che mi riporta a dirti: goditi a fondo il tuo momento di grande gioia e fortuna! Un abbraccio forte e ancora grazie per il tuo sostegno. A presto.

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Ma dai, sei arrivato fin qui!!!?
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