venerdì 14 gennaio 2011

Com'è che non riesco più a volare?

Ogni tanto quando vedo il gigantino passare rasente il bordo del tavolo mi viene in mente quanto deve essere complicato crescere, dover continuamente riprendere le misure all'ambiente fisico ed emotivo. Non è solo che adesso si può sbattere dove dieci giorni fa neppure si arrivava è anche che si inizia a capire che  se si butta tutto per  terra la mamma diventa brutta e alza la voce mentre un po' di tempo fa rideva e rimetteva tutto a posto!
E' già da un po' che ho capito questa cosa e che cerco di farmi un'idea della fatica che comporta e sì che i bambini sono naturalmente equipaggiati per affrontare tutto ciò ma bisogna riconoscere che è comunque un bello sforzo e che bisogna sostenerli con pazienza e amore.
E' degli ultimi giorni invece una considerazione collegata e abbastanza banale: la stessa cosa succede a chi si relaziona in maniera profonda e continuativa col bambino, nel mio caso a me, appunto!
Chi è questo bimbo che fino a poco tempo fa dipendeva totalmente da me e che adesso dice io, io, io ...ma io chi? Il bimbo che è momento per momento, quando gioca, ride, fa i capricci o quello che dovrei aiutare ad emergere da un mondo di infinite possibilità? Come è possibile sopravvivere al passaggio dalle paranoie sul dormire e i mangiare a quelle sui capricci e le strategie di contenimento? Dove sono andati a nascondersi allegria, incanto e stupore della mamma che ero appena due mesi fa?
Già, da un po mi sento come appena uscita da una centrifuga con una tuta da palombaro addosso. Fatica, stanchezza fisica e mentale, disorientamento e un preoccupante senso di solitudine.
"Stasera guardo questa stella e non lo so, cosa desiderare...inutilmente crudelmente e per amore battere e levare" questo mi viene in mente se la lascio aperta.
E ho tanta voglia di stare sola per trovare pensieri che siano totalmente miei e avrei bisogno di guarire ascoltando il suono di una dolce bethia come quel re ferito a morte. Mio caro giullare dove siete tu e il tuo strumento?
Io sto sempre qui e inizio a cantare, quando arriverai ci metterai la musica.


4 commenti:

  1. Ti suggerisco di non pensare molto, ma di ... vivere. La vita è più semplice se fai così ed è invece molto più complicata se ti soffermi sul cambiamento. Non indugiare troppo sui singoli momenti che costituiscono ogni processo di trasformazione, perché quelli già fanno parte del passato. Vivi il presente, il tuo e quello di tuo figlio, senza nostalgia.
    Fa' tutto questo, se puoi, anche se chi te lo consiglia è un nostalgico.
    Ciao, Cristiano

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  2. Ciao cara camp! secondo me sei solo un po' stanca e hai tagliato un altro pezzetino di cordone ombelicale, che in realtà, secondo me, non si taglia mai compleamente...

    i primi due anni del tuo bimbo sono stati sicuramente molto molto impegnativi per te... e forse ora un po' potresti fermarti a guardare...
    purtroppo non molto, perchè ha ancora tanto tanto tanto bisogno di te... ma certo, forse, ora, cercando di trascurare un po' di meno te stessa...
    perché alla fine anche tu hai bisogno delle tue cure...

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  3. @Cristiano: grazie per il tuo consiglio, in effetti tendo a pensare troppo; però ci tengo a precisare che quello che sento non è nostalgia per come era Matteo prima ma per come ero io prima che lui nascesse. Non è che ne vada fiera ma tant'è! Magari ha ragione Plotina ed è solo un pò di stanchezza. In ogni caso spero di riprendermi al più presto!
    CIAO.

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  4. @Plotina: ciao carissima grazie per il tuo commento, in effetti sono molto stanca e, contemporaneamente, presa da tantissimi "impicci" che richiedono la mia attenzione e non ce la faccio a portare avanti tutto. Anzi non ne ho proprio voglia! Urge trovare quadratura cerchio!
    A presto ciao.

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Ma dai, sei arrivato fin qui!!!?
Allora su: fai un altro sforzo...

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