sabato 28 maggio 2011

Sogni (2)


Qualche notte fa ho fatto un sogno, uno dei pochi che lasciano traccia nella mia coscienza. Per  la verità ricordo solo l'ultima scena, poi mi sono svegliata per l'emozione; ebbene in questo memorabile sogno riuscivo a fare una cosa che mi piacerebbe tanto saper fare ma non mi viene proprio, in stato di coscienza, che poi è possibile perchè, appunto, mi sono svegliata nell'atto di...
GRUGNIRE! Come un maialino.
Il fatto è che lo fa il gigantino, l'ha imparato guardando questo simpaticissimo cartone animato, che è il suo preferito (ohibò: guardiamo la televisione ma, poco e, solo in ultima analisi) forse perché alla fine si fanno tutti delle gran belle risate; comunque, grugnisce veramente bene, a volte commentando le avventure di Peppa, a volte così, a sottolineare momenti di vita.
E io, che ricordo scene di sogni una  volta ogni due mesi circa, ricordo me stessa nell'atto di sognare di grugnire e un po sento anche il suono che IO, mica qualcun altro, sto facendo per davvero.
Soddisfazione!
Che dura l'attimo che ci mette una porta a chiudersi per un'improvvisa folata di vento.
I sogni son desideri, si diceva, e allora com'è che una mamma a tempo pieno si ritrova a desiderare di grugnire invece che una lista così (peraltro idealmente già scritta) di altre cose più pertinenti al suo "stato" mentale, fisico, (a)sociale, etc, etc?
Ottima domanda. Ma migliore è la seguente: che tipo di gioia dà grugnire felici al mondo, pensare o forse fare e basta, senza pensare preventivamente, un bel grugnito e ridere tutti felici e soddisfatti?
Guardando Matteo, direi gioia pura, piena e spensierata; decisamente uno stato d'animo desiderabile.
Io faccio sogni piccoli ma grandiosi, dicevo...


venerdì 20 maggio 2011

Assaggi di saggi:"Imparare la matematica prima dei tre anni" - La rivoluzione gentile - Glenn Doman, Janet Doman



"Ci sono due motivi di vitale importanza per cui i bambini dovrebbero fare matematica. Il primo motivo è quello più ovvio e meno importante: fare matematica è una delle funzioni più sofisticate del cervello umano; di tutte le creature sulla terra, soltanto gli esseri umani riescono a fare matematica. [...] Il secondo motivo è anche più importante. I bambini dovrebbero imparare la matematica all'età più precoce possibile perchè influisce sulla crescita fisica del cervello stesso e il prodotto di questa crescita fisica è quello che noi chiamiamo intelligenza.

Quegli educatori e psicologi che dicono che non dobbiamo insegnare ai bambini per non rubare la loro preziosa fanciullezza costringendoli ad apprendere, non ci dicono niente sull'atteggiamento dei bambini nei confronti dell'apprendimento, ma certamente ci dicono molto su ciò che loro stessi pensano dell'apprendimento.
I genitori non debbono mai dimenticare che imparare è il gioco più eccitante della vita, non è un lavoro.
Imparare è un premio; non è una punizione.
Imparare è un piacere; non è un lavoro ingrato.
Imparare è un privilegio; non è una privazione.
I genitori dovrebbero tenerlo  sempre bene a mente e non dovrebbero fare nulla che possa distruggere questa naturale predisposizione del bambino.
C'è una legge per non fallire che non dovete mai dimenticare: se voi non vi divertite e il vostro bambino non si diverte, smettete. State facendo qualcosa di sbagliato.

Ora che il segreto è svelato, non si tratta più di scoprire se i bambini possono imparare la matematica, ma fino a che punto ci si può spingere a insegnarla. La prossima domanda, secondo noi, sarà: "Quando centinaia di migliaia di bambini in età prescolare riusciranno a imparare la matematica e quindi aumenteranno la conoscenza del mondo al di là di ogni aspettativa, che cosa faranno di questo vecchio mondo?"
Se è vero che la conoscenza porta al bene, sicuramente questo mondo diventerà un posto migliore quando i bambini avranno maggiori capacità e, di conseguenza, più fiducia in esse, tanto da riuscire a sfruttarle al  massimo per risolvere i problemi che ci circondano.
Questo, dopotutto, è quello in cui consiste la rivoluzione gentile."

I libri più difficili da leggere sono quelli che ci fanno mettere in dubbio le nostre convinzioni. Io, che pensavo che insegnare la matematica fin dai primi mesi di vita fosse difficile, inutile e dannoso, a libro letto (con la mente aperta e senza pregiudizi), debbo riconoscere che forse* mi sbagliavo.
Glenn Doman rivela il metodo per insegnare la matematica a bambini molto piccoli, fa riflettere sul perché sia opportuno farlo e adduce svariate ragione del perché questo sia per loro salutare. Quando poi profetizza di un neorinascimento dell’umanità fondato sull’intelligenza dei nostri bambini, resistere diventa davvero difficile.
E a me, che avrei voluto un mondo migliore di quello in cui viviamo per mio figlio, tocca molto l’idea di potergli dare almeno gli strumenti per cambiarlo un po’. Sono affascinata dal concetto  che bambini più intelligenti, anzi “diversamente” intelligenti (perché se questa potenzialità si stimola precocemente essa raggiungerà livelli di complessità sconosciuti alla maggior parte di noi adulti), possano naturalmente diventare adulti  migliori di quanto non lo siamo noi.
E’ come per gli extraterrestri, a volte con papà camp ne parliamo: entrambi crediamo nella loro esistenza ma lui ritiene che siano già tra noi: arrivati con l'intenzione di invaderci, viste le condizioni del pianeta, si limiterebbero ad usarci come base per ulteriori esplorazioni; io invece penso che una civiltà in grado di trovarci e arrivare da noi non possa che farlo con intenzioni buone, magari per aiutarci. Ho questa idea che il progresso scientifico si porti  dietro quello etico e morale.
*Però qui parliamo del cervello dei bambini che è si una macchina per apprendere, ma che, di norma, lo fa in contesti naturali. Il metodo Doman invece prevede che l’apprendimento avvenga in un contesto artificiale e con “materiali” artificiali. Se e come tutto questo possa incidere negativamente sulla salute del bambino e sullo sviluppo di altre abilità, non è dato sapere. Purtroppo (e, spero, solo per mia imperizia) non ho trovato alcuna traccia di studi al riguardo. Eppure sono decenni che questi metodi vengono utilizzati in tutto il mondo! 
Peccato.
Da mamma timorata della complessità del cervello umano e consapevole di quanto poco ancora ne sappiamo, ho deciso che il gigantino ed io ci limiteremo a (ri)avvicinarci alla matematica quando il nostro cervello sarà già irrimediabilmente vecchio...ancora non ce la sentiamo di diventare extraterrestri!



lunedì 9 maggio 2011

Luna: crescente!

Da mercoledì scorso la luna è in fase crescente e io sto verificando questa ipotesi: che il mio equilibrio emotivo migliori nella fase di luna nuova per gradualmente peggiorare quando la luna è in fase calante. Sarebbe questa una cosa singolare, si vede che a me, quantità crescenti di ossigeno fanno male.
Ma da giovedì anche Luna è crescente: la cucciola non è più tale; anche lei come ogni femmina di mammifero ha raggiunto la pubertà. Accipicchia, appena arrivata e subito in piena adolescenza!
E si che lei è già di suo molto esuberante, ed è indisciplinata anche se quando la lodo assume una posa e un'espressione compiaciute come se non aspettasse altro che l'occasione per sentirsi dire: "brava, brava".
Le ho insegnato seduta e adesso stiamo lavorando su  prendi, dai  anche se ancora con la "ricompensa", che senza non mi si fila proprio; riesco a spazzolarla facilmente e ho tranquillamente accesso a tutti i suoi spazi e oggetti però ancora non riesco a togliergli l'osso dalla bocca (è troppo veloce a scappare); a meno che non sia particolarmente attratta da qualche odore, "mi segue" abbastanza quando usciamo; l'ho lasciata libera solo una volta e lei ha iniziato a correre in maniera buffissima: sembrava saltellare come un cerbiatto; di solito la tengo al guinzaglio e stiamo imparando a coordinare le nostre andature ma quando corriamo ha una potenza e una velocità davvero eccessive per me.
Insomma ce la possiamo fare e io mi sto affezionando a lei.
C'è solo un problema: tutto questo avviene in assenza del gigantino perché i due non si prendono proprio. Di fondo l'una è intimorita dall'altro e viceversa. E' iniziato tutto perché Luna salta addosso alle persone per salutarle o giocare con loro; chiaramente il gigantino, per quanto tale, non gradisce la cosa e, benché lui stesso   sia grande estimatore e cultore della medesima "arte del salto" ( quando annuncia "mamma adesso io DEvO saatare" poco si può fare per dissuaderlo), lungi dal riconoscere nella collega la stessa dedizione e passione, se ne sente minacciato e adotta un atteggiamento di difesa-attacco che disorienta Luna, che a sua volta si innervosisce e così via.
Insomma meglio tenerli lontano almeno fino a quando Luna non capirà di potersi e doversi fidare di me e finché non riuscirò ad insegnarle a tenere giù le zampette da Matteo (inutile dire che aspetto con ansia ogni consiglio su come riuscire nell'impresa, Plò penso soprattutto a te).
Però che sfortuna: nonostante le loro incomprensioni i due si cercano continuamente e quando  guardo Matteo interagire con altri cani più calmi e lo vedo accarezzarli tranquillo e sicuro mi dico: "ti pareva che una cosa, ma una sola, potesse essere semplice nella vita dei tenaci ma anche fallaci campeggiatori? E no, vedi mai rischiassero di annoiarsi!"
Tuttavia, sarà la luna nuova, sento che ce la possiamo fare,
in futuro,con impegno.

domenica 1 maggio 2011

Comunicazione di servizio: onda nera persistente

Come da titolo post si avverte che mamma camp è attualmente travolta da un'ondata di negatività che assume le forme di umor nero, facile irritabilità, stanchezza atavica e malesseri fisici generalizzati; avendo tutto ciò (si spera momentaneamente) trasformato la scrivente in una specie di zombi di genere femminile affetto da isteria, la stessa ritiene opportuno avvertire che potrebbe latitare a tempo indeterminato dalla sua attività di blogger saltuaria. Per le ragioni sopra esposte potrebbero altresì verificarsi spiacevoli quanto inattesi crolli quantitativi e qualitativi in relazione all'attività di commentatrice.
La scrivente si scusa anticipatamente e preventivamente, consapevole, peraltro, che in tali frangenti è indicato e caldamente raccomandato un adeguato periodo di quarantena al fine di evitare il diffondersi del contagio.

La negatività è contagiosa: basta abbassare un po la guardia e quella si insinua e più o meno rapidamente (dipende dalle condizioni psicofisiche generali) ti avvelena la vita. Io detesto la negatività, proprio non vorrei averci nulla a che fare, mi impegno molto per allontanarmene non appena la scorgo. Eppure stavolta non solo mi sono lasciata avvicinare ma mi sono fatta pure contagiare. A onor del vero va detto che la forma che mi ha colpito è particolarmente virulenta e scientemente motivata, presentandosi in fattezza di essere finto depresso, litigioso nonché vendicativo e incontentabile,  aggiungete il fatto che l'essere in questione non ha granchè da fare delle sue giornate e capirete la devastazione generale che è riuscito a portare nella mia vita. 
Accidenti come sono arrabbiata: perché gli ho permesso di avvicinarsi così tanto? Eppure sono anni che alla base del mio equilibrio psichico vige una certezza conquistata a caro prezzo: nella vita capita di avere a che fare con persone che ti tratteranno male a prescindere da come ti  comporterai con loro e le uniche cose che puoi fare sono continuare a tentare (soprattutto nel caso tu sia interessato al raggiungimento della santità) o mandarle a quel paese. Di solito propendo per la seconda opzione che, quando sia impossibile realizzare completamente, applico nella forma del distacco emotivo condiscendente ma stavolta no. Regressioni! Tuttavia, stante la certezza che una mamma a tempo pieno non può indulgere in tali stati d'animo, urge arginare l'infezione utilizzando qualsiasi mezzo messo a disposizione dall'umano scibile. 

Dunque che si canti e si balli


e dopo l'inchino al menestrello, che si continui a vivere...bene.

giovedì 14 aprile 2011

Ciao, ciao ttutto

ttu-tto è il lattuccio, non quello che sta in frigorifero ma quello delle sisotte di mamma; ebbene per scaramanzia, come dice papà camp, farei meglio a non dir niente ma l'emozione è forte: da quattro notti e tre giorni più o meno  (perché il conto mi è sfuggito) non allatto più Matteo. Dopo ventisette mesi ci siamo stettati (il termine non è elegantissimo ma sarà d'aiuto a chi cercasse in rete informazioni in proposito) e la cosa bella è la naturalezza con cui è successo. E io mi sento una mamma un po più grande e un po più leggera. Questo grande passo è stato fatto e fatto bene."


Questo è quello che avevo iniziato a scrivere poco più di un mese fa, poi c'è stata la tragedia del Giappone e ho perso l'entusiasmo e la leggerezza che volevo comunicare con quel post, spazzati via dalla tristezza e dalla paura. E' passato più di un mese, terremoto e tsunami hanno fatto più di ottomila morti e dodicimila dispersi, il disastro nucleare è ormai classificato di grado 7, il più alto, e la situazione è ancora molto critica anche perché le scosse continuano. La gioia e la soddisfazione che sono state non torneranno più e sarebbe da interrogarsi sul perché si finisce spesso per non vivere pienamente le cose belle della vita, che già sono poche, ma questo è un altro discorso...
Qui invece vorrei parlare di stettamento: l'interruzione dell'allattamento di un bimbo che ha superato l'anno di età e che per questo sarà in grado di far capire la propria opinione in proposito, con tutti i mezzi a sua disposizione. E di solito ai bambini piace molto l'allattamento, a volte (è stato il nostro caso) piace anche alle mamme tuttavia arriva un momento in cui bisogna interrompere.
Ho iniziato a pensarci quando Matteo aveva circa 18 mesi più che altro perché pensavo che così avrei potuto risolvere i suoi problemi di sonno, dato che all'epoca lo facevo addormentare allattandolo, ma subito ho capito che non sarebbe stato facile; riporto a tale proposito una delle conversazioni più inquietanti avute con la pediatra di mio figlio:

"dottoressa fino a quando è opportuno allattare un bimbo?"
"Ma l'allattamento è un processo che non si interrompe, al limite si estingue!"
"Ah, allora è il bambino che gradualmente lo estingue?"
"No, questo succede assai raramente."

Li per lì ho pensato "vabbè, rimandiamo tutto a data da destinarsi". E così ho fatto anche perché, contrariamente a quanto si possa pensare, l'allattamento prolungato è una cosa semplicissima da fare per una mamma a tempo pieno: si arriva a farlo massimo due o tre volte al giorno con la tranquilla consapevolezza che   le finalità sono solo emotive. Intanto però tuo figlio compie due anni, pesa quasi quindici chili, è lungo novantadue centimetri e tu sei diventata un'allattatrice anonima perché non ti va di sentirti dire "ma ora è tempo di smettere" "ma adesso gli potrebbe far male" (!!!) e soprattutto inizi a sentire il bisogno di mettere un po di distanza fisica e mentale tra te e tuo figlio che intanto, a volte, non si addormenta più col seno.  Allora t'azzardi ad introdurre il discorso e quando tuo figlio ti dice
"mamma tutto"
tu proponi: "ma adesso Matteo è un bimbo grande e quando i bambini diventano grandi il lattuccio finisce, non c'è più"
e lui "nooo... ttutto c'è" sicuro come la roccia. E tu lo allatti.
Coi giorni il discorso si è articolato: "ma Matteo è un bimbo grande o è un bimbo piccolo?"
"ahhh Matteo è ggrande"
e tu osi "allora adesso fa le ninne senza lattuccio come i bimbi grandi"
e lui un po arrabbiato "no, ninne senza ttutto  no". E tu lo allatti.
E poi, tanti giorni dopo: "allora Matteo è grande e fa le ninne senza lattuccio"
e lui "no, Matteo è picco"
e tu "para...." 
Poi inizia la negoziazione vera e propria: "mamma: poco poco ttutto"
"ma no amore sei un bimbo grande"
"mamma...poco poco ttutto",
e tu, colpita da tanta dolcezza: "e dai vieni qua".
Coi bimbi, si sà tutto finisce in gioco e un bel giorno dopo aver giocato a "poco poco lattuccio" Matteo si è addormentato con un nuovo rituale a cullarlo: "per fare le ninne bisogna stare con gli occhi chiusi e fermi fermi".
Fatto!
Ma tu non ci credi, "sara stata fortuna" pensi, anche se lo sai che è successo e ti dispiace averlo allattato il giorno prima senza sapere che sarebbe stata l'ultima volta perchè adesso ci vuole rispetto e non si può tornare indietro, tuo figlio è un po meno tuo.


Stellocchietto di mamma grazie per l'amore che avevano i tuoi occhi, tutto l'amore del mondo, mentre mi guardavi. E' bello aver potuto vedere una cosa così, non capita a tutti sai? Spero sia successo anche a te.
Spero che quella visione rimanga impressa da qualche parte dentro di te. Abbiamo fatto una cosa bellissima, insieme, e mamma è felice, tanto tanto. 
Bacetto!

martedì 12 aprile 2011

Sogni

Io faccio sogni piccoli ma grandiosi e, per lo più, ad occhi aperti.
Oggi ho sognato questa ragazza cantare


sulla musica di questo ragazzo


ed era un sogno, appunto.

mercoledì 6 aprile 2011

Luna


Per amore si può arrivare a fare di tutto! Purtroppo. Per amore di papà camp ho accettato di accogliere in casa Luna una cucciola di beagle di sette mesi. Papà camp la conosce da sempre e , da marito coscienzioso, non mi aveva mai parlato di questo invaghimento ma qualche giorno fa ha dovuto confessare tutto, spinto da imminente necessità: i proprietari di Luna avevano deciso di separarsene perché si erano resi conto di non potersi occupare di lei, considerando, in ultima analisi, la possibilità di portarla in canile.
Ora papà camp appartiene a quella categoria di persone che spesso riserva i sorrisi più belli e sinceri agli animali, (forse perchè solo con loro può arrischiarsi a svelare quel grande patrimonio di bontà che ha?) e proprio uno di questi sorrisi aveva, mentre mi mi proponeva di adottare la piccola Luna. Io ho provato ad oppormi soprattutto perché Matteo è ancora troppo piccolo ma non ho saputo resistere allo sguardo commosso che il mio amore ha fatto durante tutta la discussione ed eccoci qui. 
Luna è molto dolce ma anche molto indisciplinata ed io, che non ho mai avuto  un cane, mi trovo un po in difficoltà tanto più che il beagle è un cane dal fiuto molto sensibile e quindi facilmente perde la concentrazione: si direbbe che tende ad andare dove la porta il suo naso, inoltre i suoi vecchi padroni non le hanno insegnato neppure i comandi di base. Insomma sto cercando di capire come fare e meno male che ho subito trovato amicobeagle un blog pieno di consigli sensati e gratuiti che mi ha introdotto alle difficoltà ma anche alle gioie di questa razza canina e poi c'è sempre Plotina cui avrei voluto avere il tempo di chiedere cosa ne pensasse, ma il tempo non c'è stato e adesso mi limiterò a piangere sulla sua spalla in cerca di solidarietà e di qualche buon consiglio.
Intanto Matteo è, neanche a dirlo, innamorato di Luna anche se spesso lei lo fa alabiare oltre al fatto che quando gli salta addosso riesce a farlo cadere e che è tutto un continuo lavaggio di manine. Però ho notato che istintivamente tende a fare ciò che è giusto fare come passare attraverso le porte prima di lei o decidere quando iniziare e smettere di giocare. Ma sarà dura poter andare a spasso noi tre in un posto che non sia in aperta campagna. Bah, speriamo di farcela!
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