" ttu-tto è il lattuccio, non quello che sta in frigorifero ma quello delle sisotte di mamma; ebbene per scaramanzia, come dice papà camp, farei meglio a non dir niente ma l'emozione è forte: da quattro notti e tre giorni più o meno (perché il conto mi è sfuggito) non allatto più Matteo. Dopo ventisette mesi ci siamo stettati (il termine non è elegantissimo ma sarà d'aiuto a chi cercasse in rete informazioni in proposito) e la cosa bella è la naturalezza con cui è successo. E io mi sento una mamma un po più grande e un po più leggera. Questo grande passo è stato fatto e fatto bene."
Questo è quello che avevo iniziato a scrivere poco più di un mese fa, poi c'è stata la tragedia del Giappone e ho perso l'entusiasmo e la leggerezza che volevo comunicare con quel post, spazzati via dalla tristezza e dalla paura. E' passato più di un mese, terremoto e tsunami hanno fatto più di ottomila morti e dodicimila dispersi, il disastro nucleare è ormai classificato di grado 7, il più alto, e la situazione è ancora molto critica anche perché le scosse continuano. La gioia e la soddisfazione che sono state non torneranno più e sarebbe da interrogarsi sul perché si finisce spesso per non vivere pienamente le cose belle della vita, che già sono poche, ma questo è un altro discorso...
Qui invece vorrei parlare di stettamento: l'interruzione dell'allattamento di un bimbo che ha superato l'anno di età e che per questo sarà in grado di far capire la propria opinione in proposito, con tutti i mezzi a sua disposizione. E di solito ai bambini piace molto l'allattamento, a volte (è stato il nostro caso) piace anche alle mamme tuttavia arriva un momento in cui bisogna interrompere.
Ho iniziato a pensarci quando Matteo aveva circa 18 mesi più che altro perché pensavo che così avrei potuto risolvere i suoi problemi di sonno, dato che all'epoca lo facevo addormentare allattandolo, ma subito ho capito che non sarebbe stato facile; riporto a tale proposito una delle conversazioni più inquietanti avute con la pediatra di mio figlio:
"dottoressa fino a quando è opportuno allattare un bimbo?"
"Ma l'allattamento è un processo che non si interrompe, al limite si estingue!"
"Ah, allora è il bambino che gradualmente lo estingue?"
"No, questo succede assai raramente."
Li per lì ho pensato "vabbè, rimandiamo tutto a data da destinarsi". E così ho fatto anche perché, contrariamente a quanto si possa pensare, l'allattamento prolungato è una cosa semplicissima da fare per una mamma a tempo pieno: si arriva a farlo massimo due o tre volte al giorno con la tranquilla consapevolezza che le finalità sono solo emotive. Intanto però tuo figlio compie due anni, pesa quasi quindici chili, è lungo novantadue centimetri e tu sei diventata un'allattatrice anonima perché non ti va di sentirti dire "ma ora è tempo di smettere" "ma adesso gli potrebbe far male" (!!!) e soprattutto inizi a sentire il bisogno di mettere un po di distanza fisica e mentale tra te e tuo figlio che intanto, a volte, non si addormenta più col seno. Allora t'azzardi ad introdurre il discorso e quando tuo figlio ti dice
"mamma tutto"
tu proponi: "ma adesso Matteo è un bimbo grande e quando i bambini diventano grandi il lattuccio finisce, non c'è più"
e lui "nooo... ttutto c'è" sicuro come la roccia. E tu lo allatti.
Coi giorni il discorso si è articolato: "ma Matteo è un bimbo grande o è un bimbo piccolo?"
"ahhh Matteo è ggrande"
e tu osi "allora adesso fa le ninne senza lattuccio come i bimbi grandi"
e lui un po arrabbiato "no, ninne senza ttutto no". E tu lo allatti.
E poi, tanti giorni dopo: "allora Matteo è grande e fa le ninne senza lattuccio"
e lui "no, Matteo è picco"
e tu "para...."
Poi inizia la negoziazione vera e propria: "mamma: poco poco ttutto"
"ma no amore sei un bimbo grande"
"mamma...poco poco ttutto",
e tu, colpita da tanta dolcezza: "e dai vieni qua".
Coi bimbi, si sà tutto finisce in gioco e un bel giorno dopo aver giocato a "poco poco lattuccio" Matteo si è addormentato con un nuovo rituale a cullarlo: "per fare le ninne bisogna stare con gli occhi chiusi e fermi fermi".
Fatto!
Ma tu non ci credi, "sara stata fortuna" pensi, anche se lo sai che è successo e ti dispiace averlo allattato il giorno prima senza sapere che sarebbe stata l'ultima volta perchè adesso ci vuole rispetto e non si può tornare indietro, tuo figlio è un po meno tuo.
Stellocchietto di mamma grazie per l'amore che avevano i tuoi occhi, tutto l'amore del mondo, mentre mi guardavi. E' bello aver potuto vedere una cosa così, non capita a tutti sai? Spero sia successo anche a te.
Spero che quella visione rimanga impressa da qualche parte dentro di te. Abbiamo fatto una cosa bellissima, insieme, e mamma è felice, tanto tanto.
Bacetto!