giovedì 14 aprile 2011

Ciao, ciao ttutto

ttu-tto è il lattuccio, non quello che sta in frigorifero ma quello delle sisotte di mamma; ebbene per scaramanzia, come dice papà camp, farei meglio a non dir niente ma l'emozione è forte: da quattro notti e tre giorni più o meno  (perché il conto mi è sfuggito) non allatto più Matteo. Dopo ventisette mesi ci siamo stettati (il termine non è elegantissimo ma sarà d'aiuto a chi cercasse in rete informazioni in proposito) e la cosa bella è la naturalezza con cui è successo. E io mi sento una mamma un po più grande e un po più leggera. Questo grande passo è stato fatto e fatto bene."


Questo è quello che avevo iniziato a scrivere poco più di un mese fa, poi c'è stata la tragedia del Giappone e ho perso l'entusiasmo e la leggerezza che volevo comunicare con quel post, spazzati via dalla tristezza e dalla paura. E' passato più di un mese, terremoto e tsunami hanno fatto più di ottomila morti e dodicimila dispersi, il disastro nucleare è ormai classificato di grado 7, il più alto, e la situazione è ancora molto critica anche perché le scosse continuano. La gioia e la soddisfazione che sono state non torneranno più e sarebbe da interrogarsi sul perché si finisce spesso per non vivere pienamente le cose belle della vita, che già sono poche, ma questo è un altro discorso...
Qui invece vorrei parlare di stettamento: l'interruzione dell'allattamento di un bimbo che ha superato l'anno di età e che per questo sarà in grado di far capire la propria opinione in proposito, con tutti i mezzi a sua disposizione. E di solito ai bambini piace molto l'allattamento, a volte (è stato il nostro caso) piace anche alle mamme tuttavia arriva un momento in cui bisogna interrompere.
Ho iniziato a pensarci quando Matteo aveva circa 18 mesi più che altro perché pensavo che così avrei potuto risolvere i suoi problemi di sonno, dato che all'epoca lo facevo addormentare allattandolo, ma subito ho capito che non sarebbe stato facile; riporto a tale proposito una delle conversazioni più inquietanti avute con la pediatra di mio figlio:

"dottoressa fino a quando è opportuno allattare un bimbo?"
"Ma l'allattamento è un processo che non si interrompe, al limite si estingue!"
"Ah, allora è il bambino che gradualmente lo estingue?"
"No, questo succede assai raramente."

Li per lì ho pensato "vabbè, rimandiamo tutto a data da destinarsi". E così ho fatto anche perché, contrariamente a quanto si possa pensare, l'allattamento prolungato è una cosa semplicissima da fare per una mamma a tempo pieno: si arriva a farlo massimo due o tre volte al giorno con la tranquilla consapevolezza che   le finalità sono solo emotive. Intanto però tuo figlio compie due anni, pesa quasi quindici chili, è lungo novantadue centimetri e tu sei diventata un'allattatrice anonima perché non ti va di sentirti dire "ma ora è tempo di smettere" "ma adesso gli potrebbe far male" (!!!) e soprattutto inizi a sentire il bisogno di mettere un po di distanza fisica e mentale tra te e tuo figlio che intanto, a volte, non si addormenta più col seno.  Allora t'azzardi ad introdurre il discorso e quando tuo figlio ti dice
"mamma tutto"
tu proponi: "ma adesso Matteo è un bimbo grande e quando i bambini diventano grandi il lattuccio finisce, non c'è più"
e lui "nooo... ttutto c'è" sicuro come la roccia. E tu lo allatti.
Coi giorni il discorso si è articolato: "ma Matteo è un bimbo grande o è un bimbo piccolo?"
"ahhh Matteo è ggrande"
e tu osi "allora adesso fa le ninne senza lattuccio come i bimbi grandi"
e lui un po arrabbiato "no, ninne senza ttutto  no". E tu lo allatti.
E poi, tanti giorni dopo: "allora Matteo è grande e fa le ninne senza lattuccio"
e lui "no, Matteo è picco"
e tu "para...." 
Poi inizia la negoziazione vera e propria: "mamma: poco poco ttutto"
"ma no amore sei un bimbo grande"
"mamma...poco poco ttutto",
e tu, colpita da tanta dolcezza: "e dai vieni qua".
Coi bimbi, si sà tutto finisce in gioco e un bel giorno dopo aver giocato a "poco poco lattuccio" Matteo si è addormentato con un nuovo rituale a cullarlo: "per fare le ninne bisogna stare con gli occhi chiusi e fermi fermi".
Fatto!
Ma tu non ci credi, "sara stata fortuna" pensi, anche se lo sai che è successo e ti dispiace averlo allattato il giorno prima senza sapere che sarebbe stata l'ultima volta perchè adesso ci vuole rispetto e non si può tornare indietro, tuo figlio è un po meno tuo.


Stellocchietto di mamma grazie per l'amore che avevano i tuoi occhi, tutto l'amore del mondo, mentre mi guardavi. E' bello aver potuto vedere una cosa così, non capita a tutti sai? Spero sia successo anche a te.
Spero che quella visione rimanga impressa da qualche parte dentro di te. Abbiamo fatto una cosa bellissima, insieme, e mamma è felice, tanto tanto. 
Bacetto!

martedì 12 aprile 2011

Sogni

Io faccio sogni piccoli ma grandiosi e, per lo più, ad occhi aperti.
Oggi ho sognato questa ragazza cantare


sulla musica di questo ragazzo


ed era un sogno, appunto.

mercoledì 6 aprile 2011

Luna


Per amore si può arrivare a fare di tutto! Purtroppo. Per amore di papà camp ho accettato di accogliere in casa Luna una cucciola di beagle di sette mesi. Papà camp la conosce da sempre e , da marito coscienzioso, non mi aveva mai parlato di questo invaghimento ma qualche giorno fa ha dovuto confessare tutto, spinto da imminente necessità: i proprietari di Luna avevano deciso di separarsene perché si erano resi conto di non potersi occupare di lei, considerando, in ultima analisi, la possibilità di portarla in canile.
Ora papà camp appartiene a quella categoria di persone che spesso riserva i sorrisi più belli e sinceri agli animali, (forse perchè solo con loro può arrischiarsi a svelare quel grande patrimonio di bontà che ha?) e proprio uno di questi sorrisi aveva, mentre mi mi proponeva di adottare la piccola Luna. Io ho provato ad oppormi soprattutto perché Matteo è ancora troppo piccolo ma non ho saputo resistere allo sguardo commosso che il mio amore ha fatto durante tutta la discussione ed eccoci qui. 
Luna è molto dolce ma anche molto indisciplinata ed io, che non ho mai avuto  un cane, mi trovo un po in difficoltà tanto più che il beagle è un cane dal fiuto molto sensibile e quindi facilmente perde la concentrazione: si direbbe che tende ad andare dove la porta il suo naso, inoltre i suoi vecchi padroni non le hanno insegnato neppure i comandi di base. Insomma sto cercando di capire come fare e meno male che ho subito trovato amicobeagle un blog pieno di consigli sensati e gratuiti che mi ha introdotto alle difficoltà ma anche alle gioie di questa razza canina e poi c'è sempre Plotina cui avrei voluto avere il tempo di chiedere cosa ne pensasse, ma il tempo non c'è stato e adesso mi limiterò a piangere sulla sua spalla in cerca di solidarietà e di qualche buon consiglio.
Intanto Matteo è, neanche a dirlo, innamorato di Luna anche se spesso lei lo fa alabiare oltre al fatto che quando gli salta addosso riesce a farlo cadere e che è tutto un continuo lavaggio di manine. Però ho notato che istintivamente tende a fare ciò che è giusto fare come passare attraverso le porte prima di lei o decidere quando iniziare e smettere di giocare. Ma sarà dura poter andare a spasso noi tre in un posto che non sia in aperta campagna. Bah, speriamo di farcela!
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