mercoledì 19 novembre 2014

Amarezza

Questo è davvero uno strano momento: dicevo due post fa di quanto io debba a mia madre e adesso ho l'occasione di renderle in parte il favore.
Mamma si è infortunata, una caduta le ha provocato un'infrazione alla testa del femore per la cui guarigione è necessario un lungo periodo di assoluto riposo. E siccome io abito al piano superiore, va da se, che mi sia praticamente trasferita a casa sua. Sembrerebbe un cambiamento da poco non fosse che le nostre routine giornaliere sono tutte diverse col risultato che mi ritrovo a fare su e giù quaranta volte al giorno (il che ha anche aspetti positivi sulla mia forma fisica, come ha prontamente notato papà camp), a passare ore e ore a cucinare e a non avere più tempo da dedicare a me stessa.
Che stanchezza! Che stress! Che amarezza!
Si perché la mia non è mica una famiglia normale: sul fratello cugino celibe non ci si può contare che già avrebbe bisogno lui di una mano con la mamma zia; sull'altro fratello idem, alla di lui moglie che lavora dal lunedì al sabato e che la domenica deve riposarsi non potrei chiedere nulla, pena pericolose incrinazioni dei sacri vincoli familiari e, dunque, sono sola. Oltretutto coi soliti problemi di malattie, medici e ospedali.
Pensare che mi sono fatta centinaia di ragionamenti sul fatto che Matteo sia figlio unico, su quanto possa sentirsi solo e su quanto la sua vita risentirà di questa nostra scelta!
Mah!
Che amarezza.
Oltretutto tra poco sarà il compleanno di Matteo e per una volta che mi ero messa d'impegno, già da metà ottobre, a pensare e iniziare ad organizzare la sua festa di compleanno (perché me l'aveva chiesta lui, coi suoi compagni di scuola), ho dovuto abbandonare tutto. Dicevo che i supereroi non mi stanno molto simpatici e proprio io non sono fatta per tollerare alti livelli di stress. Poiché mi ero messa in testa di affittare la sala, preparare il rinfresco, organizzare l'animazione ho dovuto prendere atto che non ce l'avrei mai fatta. Ne ho parlato con Matteo: l'ha presa abbastanza bene (certe volte questo bimbo mi fa davvero preoccupare), penserò a qualcosa di speciale da fare noi tre quel giorno (sempre se trovo qualcuno che mi "sostituisca") che è poi il modo che io preferisco per festeggiare il compleanno di Matteo. 
Mi dico (in piena sindrome di Pollyanna) che questa è la cosa più giusta per me ma anche per Matteo, perché la vita è questa: spesso si mette di traverso e bisogna sapersi adattare. Pedagogia delle piccole cose.
Però che amarezza!
E quando le cose si complicheranno? Due genitori non più giovani e non in perfetta salute (ad essere precisi per papà si potrebbe usare l'espressione "sopravvivente per miracolo"), cosa accadrà?
Spero solo di fare in tempo a far crescere Matteo, con tutto il bene che voglio ai miei genitori, lui dovrebbe venire prima di chiunque altro.

P.S: per i motivi di cui sopra, non vi meravigliate e non vi preoccupate, cari preziosi lettori abituali, se in questo periodo non rispondo subito ai vostri commenti o se latito dai vostri blog: non ho davvero tempo ma ci sono e vi penso, tra un accudito e l'altro.




giovedì 13 novembre 2014

Il momento è storico

Addì 13/11/14, dopo lunga ed emozionante attesa Matteo ha perso il suo primo dentino da latte (incisivo centrale inferiore).
Attendiamo impazienti la visita del topino dei dentini sperando di sfruttare il momento per dare finalmente risposta alla domanda che ha tormentato la nostra infanzia:
ma sto topino con tutti sti dentini cosa accidenti ci fa?



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