martedì 31 maggio 2011

Una mamma speciale


Ho conosciuto una mamma speciale:
la mamma di un ragazzo di vent'anni che è rimasto un bambino
e lei lo porta in giro con la macchina
"perché a lui piace guardare le cose dal finistrino
così si tranquillizza, ed è più calmo e sta  meglio"
ma poi parcheggia vicino alle giostre e lo sprona ad uscire
"perché ha tanto bisogno di muoversi per rinforzare i suoi muscoli,
per prendere un po di sole e giocare con gli altri bambini" diversi ma uguali a lui
"perché a lui piace tanto giocare insieme agli altri
ma oggi è solo la seconda volta che veniamo qui e allora non si sente sicuro".

Ho conosciuto una mamma speciale:
perché mi ha fatto avvicinare al suo bambino
e mi ha raccontato con generosità la sua storia:
i dubbi, i sensi di colpa, la serena accettazione,
ma anche la fatica "perché è faticoso sai, soprattutto da quando non c'è più il papà".

Ho conosciuto una mamma speciale perché
nonostante tutto
ha il viso sempre sorridente e indossa una maglia piena di fiorellini rosa
e quando le fai maldestramente notare che però ancora sorride
ti guarda perplessa come se questa fosse la cosa più naturale per lei
e all'improvviso sei tu a ritrovarti con gli occhi pieni di lacrime.

Ho conosciuto una mamma speciale 
perché "sai io non sono mai stata troppo apprensiva
neanche con gli altri due figli:
li ho fatti sempre muovere liberamente e giocare anche con la terra
perché è importante e anzi, adesso che è caldo lo porterò sui prati
e lo farò sdraiare per terra
perché ha bisogno di tanti stimoli".

Ho conosciuto una mamma speciale perché
sarebbe rimasta ore a chiacchierare ma
"adesso si è stancato di aspettarmi"
perché "quando io ho da fare mi lascia fare ma
come vede che mi rilasso
allora arriva, prende i mie piedi, li sposta dal divano e li poggia per terra
e invece, questo furbacchione, quando sta con la sorella,
non fa tutte queste storie, con lei sembra un soldatino
ma, si sa, delle mamme i figli si approfittano sempre un po".

Ho conosciuto una mamma speciale perché quando pensa al futuro
forse si augura di sopravvivere a suo figlio.

Ho conosciuto una mamma che ha imparato ad assere speciale
perché il suo bimbo è speciale
e lei è la sua mamma.


sabato 28 maggio 2011

Sogni (2)


Qualche notte fa ho fatto un sogno, uno dei pochi che lasciano traccia nella mia coscienza. Per  la verità ricordo solo l'ultima scena, poi mi sono svegliata per l'emozione; ebbene in questo memorabile sogno riuscivo a fare una cosa che mi piacerebbe tanto saper fare ma non mi viene proprio, in stato di coscienza, che poi è possibile perchè, appunto, mi sono svegliata nell'atto di...
GRUGNIRE! Come un maialino.
Il fatto è che lo fa il gigantino, l'ha imparato guardando questo simpaticissimo cartone animato, che è il suo preferito (ohibò: guardiamo la televisione ma, poco e, solo in ultima analisi) forse perché alla fine si fanno tutti delle gran belle risate; comunque, grugnisce veramente bene, a volte commentando le avventure di Peppa, a volte così, a sottolineare momenti di vita.
E io, che ricordo scene di sogni una  volta ogni due mesi circa, ricordo me stessa nell'atto di sognare di grugnire e un po sento anche il suono che IO, mica qualcun altro, sto facendo per davvero.
Soddisfazione!
Che dura l'attimo che ci mette una porta a chiudersi per un'improvvisa folata di vento.
I sogni son desideri, si diceva, e allora com'è che una mamma a tempo pieno si ritrova a desiderare di grugnire invece che una lista così (peraltro idealmente già scritta) di altre cose più pertinenti al suo "stato" mentale, fisico, (a)sociale, etc, etc?
Ottima domanda. Ma migliore è la seguente: che tipo di gioia dà grugnire felici al mondo, pensare o forse fare e basta, senza pensare preventivamente, un bel grugnito e ridere tutti felici e soddisfatti?
Guardando Matteo, direi gioia pura, piena e spensierata; decisamente uno stato d'animo desiderabile.
Io faccio sogni piccoli ma grandiosi, dicevo...


venerdì 20 maggio 2011

Assaggi di saggi:"Imparare la matematica prima dei tre anni" - La rivoluzione gentile - Glenn Doman, Janet Doman



"Ci sono due motivi di vitale importanza per cui i bambini dovrebbero fare matematica. Il primo motivo è quello più ovvio e meno importante: fare matematica è una delle funzioni più sofisticate del cervello umano; di tutte le creature sulla terra, soltanto gli esseri umani riescono a fare matematica. [...] Il secondo motivo è anche più importante. I bambini dovrebbero imparare la matematica all'età più precoce possibile perchè influisce sulla crescita fisica del cervello stesso e il prodotto di questa crescita fisica è quello che noi chiamiamo intelligenza.

Quegli educatori e psicologi che dicono che non dobbiamo insegnare ai bambini per non rubare la loro preziosa fanciullezza costringendoli ad apprendere, non ci dicono niente sull'atteggiamento dei bambini nei confronti dell'apprendimento, ma certamente ci dicono molto su ciò che loro stessi pensano dell'apprendimento.
I genitori non debbono mai dimenticare che imparare è il gioco più eccitante della vita, non è un lavoro.
Imparare è un premio; non è una punizione.
Imparare è un piacere; non è un lavoro ingrato.
Imparare è un privilegio; non è una privazione.
I genitori dovrebbero tenerlo  sempre bene a mente e non dovrebbero fare nulla che possa distruggere questa naturale predisposizione del bambino.
C'è una legge per non fallire che non dovete mai dimenticare: se voi non vi divertite e il vostro bambino non si diverte, smettete. State facendo qualcosa di sbagliato.

Ora che il segreto è svelato, non si tratta più di scoprire se i bambini possono imparare la matematica, ma fino a che punto ci si può spingere a insegnarla. La prossima domanda, secondo noi, sarà: "Quando centinaia di migliaia di bambini in età prescolare riusciranno a imparare la matematica e quindi aumenteranno la conoscenza del mondo al di là di ogni aspettativa, che cosa faranno di questo vecchio mondo?"
Se è vero che la conoscenza porta al bene, sicuramente questo mondo diventerà un posto migliore quando i bambini avranno maggiori capacità e, di conseguenza, più fiducia in esse, tanto da riuscire a sfruttarle al  massimo per risolvere i problemi che ci circondano.
Questo, dopotutto, è quello in cui consiste la rivoluzione gentile."

I libri più difficili da leggere sono quelli che ci fanno mettere in dubbio le nostre convinzioni. Io, che pensavo che insegnare la matematica fin dai primi mesi di vita fosse difficile, inutile e dannoso, a libro letto (con la mente aperta e senza pregiudizi), debbo riconoscere che forse* mi sbagliavo.
Glenn Doman rivela il metodo per insegnare la matematica a bambini molto piccoli, fa riflettere sul perché sia opportuno farlo e adduce svariate ragione del perché questo sia per loro salutare. Quando poi profetizza di un neorinascimento dell’umanità fondato sull’intelligenza dei nostri bambini, resistere diventa davvero difficile.
E a me, che avrei voluto un mondo migliore di quello in cui viviamo per mio figlio, tocca molto l’idea di potergli dare almeno gli strumenti per cambiarlo un po’. Sono affascinata dal concetto  che bambini più intelligenti, anzi “diversamente” intelligenti (perché se questa potenzialità si stimola precocemente essa raggiungerà livelli di complessità sconosciuti alla maggior parte di noi adulti), possano naturalmente diventare adulti  migliori di quanto non lo siamo noi.
E’ come per gli extraterrestri, a volte con papà camp ne parliamo: entrambi crediamo nella loro esistenza ma lui ritiene che siano già tra noi: arrivati con l'intenzione di invaderci, viste le condizioni del pianeta, si limiterebbero ad usarci come base per ulteriori esplorazioni; io invece penso che una civiltà in grado di trovarci e arrivare da noi non possa che farlo con intenzioni buone, magari per aiutarci. Ho questa idea che il progresso scientifico si porti  dietro quello etico e morale.
*Però qui parliamo del cervello dei bambini che è si una macchina per apprendere, ma che, di norma, lo fa in contesti naturali. Il metodo Doman invece prevede che l’apprendimento avvenga in un contesto artificiale e con “materiali” artificiali. Se e come tutto questo possa incidere negativamente sulla salute del bambino e sullo sviluppo di altre abilità, non è dato sapere. Purtroppo (e, spero, solo per mia imperizia) non ho trovato alcuna traccia di studi al riguardo. Eppure sono decenni che questi metodi vengono utilizzati in tutto il mondo! 
Peccato.
Da mamma timorata della complessità del cervello umano e consapevole di quanto poco ancora ne sappiamo, ho deciso che il gigantino ed io ci limiteremo a (ri)avvicinarci alla matematica quando il nostro cervello sarà già irrimediabilmente vecchio...ancora non ce la sentiamo di diventare extraterrestri!



lunedì 9 maggio 2011

Luna: crescente!

Da mercoledì scorso la luna è in fase crescente e io sto verificando questa ipotesi: che il mio equilibrio emotivo migliori nella fase di luna nuova per gradualmente peggiorare quando la luna è in fase calante. Sarebbe questa una cosa singolare, si vede che a me, quantità crescenti di ossigeno fanno male.
Ma da giovedì anche Luna è crescente: la cucciola non è più tale; anche lei come ogni femmina di mammifero ha raggiunto la pubertà. Accipicchia, appena arrivata e subito in piena adolescenza!
E si che lei è già di suo molto esuberante, ed è indisciplinata anche se quando la lodo assume una posa e un'espressione compiaciute come se non aspettasse altro che l'occasione per sentirsi dire: "brava, brava".
Le ho insegnato seduta e adesso stiamo lavorando su  prendi, dai  anche se ancora con la "ricompensa", che senza non mi si fila proprio; riesco a spazzolarla facilmente e ho tranquillamente accesso a tutti i suoi spazi e oggetti però ancora non riesco a togliergli l'osso dalla bocca (è troppo veloce a scappare); a meno che non sia particolarmente attratta da qualche odore, "mi segue" abbastanza quando usciamo; l'ho lasciata libera solo una volta e lei ha iniziato a correre in maniera buffissima: sembrava saltellare come un cerbiatto; di solito la tengo al guinzaglio e stiamo imparando a coordinare le nostre andature ma quando corriamo ha una potenza e una velocità davvero eccessive per me.
Insomma ce la possiamo fare e io mi sto affezionando a lei.
C'è solo un problema: tutto questo avviene in assenza del gigantino perché i due non si prendono proprio. Di fondo l'una è intimorita dall'altro e viceversa. E' iniziato tutto perché Luna salta addosso alle persone per salutarle o giocare con loro; chiaramente il gigantino, per quanto tale, non gradisce la cosa e, benché lui stesso   sia grande estimatore e cultore della medesima "arte del salto" ( quando annuncia "mamma adesso io DEvO saatare" poco si può fare per dissuaderlo), lungi dal riconoscere nella collega la stessa dedizione e passione, se ne sente minacciato e adotta un atteggiamento di difesa-attacco che disorienta Luna, che a sua volta si innervosisce e così via.
Insomma meglio tenerli lontano almeno fino a quando Luna non capirà di potersi e doversi fidare di me e finché non riuscirò ad insegnarle a tenere giù le zampette da Matteo (inutile dire che aspetto con ansia ogni consiglio su come riuscire nell'impresa, Plò penso soprattutto a te).
Però che sfortuna: nonostante le loro incomprensioni i due si cercano continuamente e quando  guardo Matteo interagire con altri cani più calmi e lo vedo accarezzarli tranquillo e sicuro mi dico: "ti pareva che una cosa, ma una sola, potesse essere semplice nella vita dei tenaci ma anche fallaci campeggiatori? E no, vedi mai rischiassero di annoiarsi!"
Tuttavia, sarà la luna nuova, sento che ce la possiamo fare,
in futuro,con impegno.

domenica 1 maggio 2011

Comunicazione di servizio: onda nera persistente

Come da titolo post si avverte che mamma camp è attualmente travolta da un'ondata di negatività che assume le forme di umor nero, facile irritabilità, stanchezza atavica e malesseri fisici generalizzati; avendo tutto ciò (si spera momentaneamente) trasformato la scrivente in una specie di zombi di genere femminile affetto da isteria, la stessa ritiene opportuno avvertire che potrebbe latitare a tempo indeterminato dalla sua attività di blogger saltuaria. Per le ragioni sopra esposte potrebbero altresì verificarsi spiacevoli quanto inattesi crolli quantitativi e qualitativi in relazione all'attività di commentatrice.
La scrivente si scusa anticipatamente e preventivamente, consapevole, peraltro, che in tali frangenti è indicato e caldamente raccomandato un adeguato periodo di quarantena al fine di evitare il diffondersi del contagio.

La negatività è contagiosa: basta abbassare un po la guardia e quella si insinua e più o meno rapidamente (dipende dalle condizioni psicofisiche generali) ti avvelena la vita. Io detesto la negatività, proprio non vorrei averci nulla a che fare, mi impegno molto per allontanarmene non appena la scorgo. Eppure stavolta non solo mi sono lasciata avvicinare ma mi sono fatta pure contagiare. A onor del vero va detto che la forma che mi ha colpito è particolarmente virulenta e scientemente motivata, presentandosi in fattezza di essere finto depresso, litigioso nonché vendicativo e incontentabile,  aggiungete il fatto che l'essere in questione non ha granchè da fare delle sue giornate e capirete la devastazione generale che è riuscito a portare nella mia vita. 
Accidenti come sono arrabbiata: perché gli ho permesso di avvicinarsi così tanto? Eppure sono anni che alla base del mio equilibrio psichico vige una certezza conquistata a caro prezzo: nella vita capita di avere a che fare con persone che ti tratteranno male a prescindere da come ti  comporterai con loro e le uniche cose che puoi fare sono continuare a tentare (soprattutto nel caso tu sia interessato al raggiungimento della santità) o mandarle a quel paese. Di solito propendo per la seconda opzione che, quando sia impossibile realizzare completamente, applico nella forma del distacco emotivo condiscendente ma stavolta no. Regressioni! Tuttavia, stante la certezza che una mamma a tempo pieno non può indulgere in tali stati d'animo, urge arginare l'infezione utilizzando qualsiasi mezzo messo a disposizione dall'umano scibile. 

Dunque che si canti e si balli


e dopo l'inchino al menestrello, che si continui a vivere...bene.

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