sabato 29 settembre 2012

Spannolinamento: ultima frontiera.

Ecco ci siamo: dopo due settimane di uscita alle 12.30 finalmente da lunedì all'asilo inizierà l'orario pieno. Per gli altri bambini, per Matteo no. Lui uscirà, come l'anno scorso, alle 13.30 per via del suo "problemino" con la cacca. Il fatto è che siamo finalmente riusciti a curare le ragadi, ormai fare la cacca è tornato ad essere un fatto normale, non è più una sofferenza, tuttavia di usare vasino o wc non se ne parla ancora. Poiché nella scuola materna non c'è una figura professionale tenuta al cambio del pannolino (anzi il bambino che la frequenta dovrebbe già essere spannolinato) e poiché l'ingresso ai genitori è consentito solo in via eccezionale per cambiare i bambini che eventualmente si sporcassero, non ci resta che uscire anticipatamente nell'attesa che Matteo si decida a compiere il grande passo. Diversamente rischieremmo di ritrovarci punto e a capo perché se Matteo avvertisse lo stimolo in orario scolastico, non avendo il pannolino, tornerebbe a trattenere la cacca. Quanto durerà questa situazione?
Non lo so e "francamente me ne infischio". Il fatto è che ho deciso di abolire totalmente ogni discorso sul tema e di attuare una "autogestione controllata" dello spannolinamento. Si potrebbe pensare che io abbia gettato  la spugna, che mi sia arresa ai capricci e alle testardaggini di Matteo. Non è così. La realtà è che ho osservato attentamente Matteo: ogni volta che fa la cacca il merito non è mai suo; se in quel momento stava mangiando un biscotto allora "è stato il biscotto a far uscire la cacca", se poco prima aveva fatto una corsa allora "è stata la corsa", se il papà lo aveva messo sulla moto "è stata la moto" e via discorrendo. Non è mai merito suo, non è mai lui che la fa uscir fuori. Ancora fino a pochi giorni fa, quando appunto ho deciso di usare questa strategia, l'espressione del suo viso quando si rendeva conto che stava per farla era di paura mista a sgomento. E' stato allora che ho capito quanto per lui fare la cacca potesse essere difficile e quanta importanza avesse il pannolino, unico alleato, una sorta di salvagente, di talismano. E allora mi son detta "ma chi sono io per imporgli di farne a meno, che ne so io delle sensazioni e del disagio che il suo corpo gli trasmette?". Proprio ieri una delle maestre si lamentava di come anni fà i bambini fossero tutti pressoché spannolinati all'entrata nella scuola materna e parlava della necessità che i bambini raggiungano l'autonomia il più precocemente possibile. 
A parte il fatto che la pediatra mi ha tranquillizzato sostenendo che non c'è nulla di cui preoccuparsi se un bambino di quasi quattro anni che ha avuto le ragadi indossa ancora il pannolino, ma siamo sicuri che si possa raggiungere l'autonomia per imposizione? E se un bambino non è interessato a farlo, è lecito sottoporlo a ricatti morali del tipo "finché porterai il pannolino sarai sempre un bimbo piccolo"? Non sarà invece che l'autonomia che ci interessa è la nostra, quella di noi genitori?
Ero immersa in questo tipo di riflessioni quando mi sono imbattuta in questo, sono dei consigli che alcune mamme della Leche League danno ad un'altra mamma con un problema di spannolinamento molto simile al mio. Ebbene sono rimasta colpita dall'espressione "svezzamento dal pannolino" che una di loro ha usato, perché ripensando al nostro svezzamento dal latte mi è tornata in mente la complessità e la lunghezza di quel percorso. Avrei potuto "velocizzare" il tutto sopportando qualche giorno di protesta disperata ma non l'ho fatto perché volevo qualcosa di più dolce e, soprattutto, di condiviso; mi interessava che Matteo avesse una parte attiva in questo nuovo modo di relazionarci. Alla fine penso di aver ottenuto ciò che volevo. Certo ci son voluti tanto tempo e tanta pazienza, cose che avevo allora e ho anche oggi. Ecco, l'unico aspetto positivo dell'essere una mamma a tempo pieno è che si può, il più delle volte (ma non sempre ché anche noi abbiamo i nostri problemi), rispettare i tempi dei bambini.
Allora basta con le sedute sul vasino, basta con i discorsi sulla cacca (a meno che non sia Matteo ad intavolarli), basta con le mie esigenze anteposte alle sue.
Ho deciso di dare fiducia a Matteo e di rispettare i suoi tempi. So che un giorno mi stupirà.
E quel giorno dalle finestre di casa nostra voleranno pannolini.
Evviva!

venerdì 7 settembre 2012

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