Questo è un post di sfogo solo che non ne ho ben chiari gli argomenti dunque è molto probabile che ne venga fuori qualcosa di vago, indefinito e vagamente lamentatorio quindi vi dispenso formalmente dai commenti (ma se vorrete farli vi benedirò dal profondo del cuore).
Sono nervosa e irritabile.
Si potrebbe pensare sia l'autunno che su certe tipologie di personalità fa sempre qualche effetto notevole. I primi freddi, le piogge, la luminosità diurna che diminuisce. Non fosse che non fanno che ripeterci che quest'autunno è insolitamente caldo e la gente la domenica va al mare come fossero i primi di settembre.
Saranno i problemi con Matteo. Macché! Ci vuole coraggio a dire che il gigantino crei problemi oltre a quelli naturalmente connessi al dover gestire, da sola, un concentrato di energia e voglia di giocare. Coi bambini è così: "tutti li vogliono ma nessuno se li prende", mai nessuno che si presentasse all'uscio di questa casa dicendo "tranquilla, rilassati un po', Matteo questo pomeriggio sta con me". Io poi non lascio trasparire nulla e non chiedo aiuto salvo poi, all'improvviso, adottare l'espressione "tieniti a una distanza di almeno due metri da me, è per il tuo bene" e cominciare a sbattere tutto quello che mi trovo per le mani. A quel punto però è già troppo tardi.
Ieri sera ho visto "La solitudine dei numeri primi", avevo letto il libro senza trovarlo tutto questo caso letterario che è stato. Il film invece mi ha colpita molto. In particolare il cambiamento fisico dei personaggi principali dalla prima giovinezza alla prima età adulta. Alba Rohrwacher (cui consiglierei senz'altro di cambiare cognome) in particolare è incredibile. Passare dai ventiquattro anni pieni di presunzione di forza e insicurezze controllate ai trentuno in cui ci si è fatti totalmente travolgere da tutto il dolore cui nel frattempo non si è riusciti a dare una spiegazione era difficile, lei è stata credibilissima. Insomma mi è venuta in mente quella frase di Svevo (mi pare) "la vita è una malattia" sempre mortale, aggiungerei. E il corpo registra infallibilmente le cicatrici che questo morbo ci lascia. Certo per alcuni la malattia è blanda ma altri ne verranno travolti e il loro corpo ne riceverà segni indelebili.
FINE PRIMA PARTE (tra un po' si pranza, arrivederci a quando potrò per le farneticazioni seguenti).