Ci sono almeno due o tre post che aspettano in coda ma io in questo momento non mi concentro bene su niente che sia altro da quello che sta accadendo a Fukushima. E' che qui, riguardo alle stato delle cose, arrivano notizie talmente stringate da non poterci ragionare su. C'è questo stillicidio di fumate nere, schieramento e ritirata dei tecnici, impianti elettrici ripristinati ma ancora nessuno a dire "la situazione è sotto controllo".
Intanto una pennacchio debolmente radioattivo dovrebbe essere arrivato anche da noi e... sorpresa: nessuno a prendere d'assalto farmacie e supermercati! Oggettivamente ci hanno rassicurato sulla bassa concentrazione di radiazioni che sta arrivando ma c'è anche una sensazione di non pericolosità di fondo associata a questo disastro nucleare che mi fa arrabbiare. E' vero che abbiamo tanti problemi qui, è vero anche che non ci troviamo difronte ad un'altra Chernobyl ma non si può pensare che la cosa non riguardi anche noi. Tanto più che ci aspetta un referendum che proprio del nostro futuro nucleare dovrà decidere ma qui invece di riempire questo momento di contenuti si sorvola, si danno giornalieri bollettini e nessuno sembra interessato per esempio a spiegare perché, nonostante sforzi eroici, la situazione non sia ancora sotto controllo, ci basta sentirci dire che il pericolo non ci riguarda perché "lontano" per sentirci più tranquilli, si sottolinea come sistemi di sicurezza migliori rispetto a quelli utilizzati nell'86 abbiano evitato una catastrofe atomica mondiale ma io mi chiedo cosa sta accadendo a quella parte di oceano dove i livelli di radioattività sono 140 volte superiori alla norma e cosa accadrà ai territori inclusi nella fascia attualmente evacuata.
Magari queste cose le noto io perché sono un po paranoica o perché il mio lettore giapponese sta ancora lì (a proposito "lettore giapponese" a questo punto mi sentirei molto meglio se tu mi facessi sapere come stai e come vanno le cose dove sei) o perché, quando sento che viene consigliato agli abitanti di Tokio di stare chiusi in casa in caso di venti provenienti dalle centrali, penso a come deve essere difficile per i bambini e angoscioso per i genitori; sarà sicuramente per tutto questo che qualcosa non mi quadra nel modo in cui ci stanno informando su questa storia tuttavia non posso fare a meno di pensare a questa cosa :
ll prezzo dell'uranio nei due decenni successivi continuò a declinare, per una serie di fattori concomitanti. I principali fattori furono il disastro di Chernobyl e la crisi e la dissoluzione dell'Unione Sovietica. L'esplosione dell'impianto di Chernobyl ebbe un forte impatto psicologico in tutto il mondo, provocando una riduzione o un blocco totale nei progetti di costruzione di nuovi impianti nucleari. Negli ultimi anni di esistenza dell'Unione Sovietica, per far fronte alla crescente crisi economica, questo paese mise in vendita grosse quantità di ossido di uranio, in un mercato già saturo per gli scarsi investimenti provocati dall'incidenti di Chernobyl, contribuendo a deprimere ulteriormente i prezzi.
Nella seconda metà degli anni novanta, i trattati per la non proliferazione nucleare tra la Russia e gli Stati Uniti portarono all'accordo Megaton contro Megawatt (1995), che vide lo smantellamento di moltissime testate nucleari sovietiche e la vendita come combustibile dell'ossido di uranio da esse ricavabile. Il conseguente e ulteriore aumento dell'offerta ha prodotto un fortissimo ribasso nei prezzi fino alla fine del secolo.
Nonostante il fatto che in molti paesi Europei - Francia, Germania, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito - all'iniziale riduzione dei piani di sviluppo del nucleare civile sia in seguito corrisposta una nuova fase di costruzione e ammodernamento delle centrali nucleari, per lungo tempo l'offerta di combustibile nucleare ha fortemente ecceduto la domanda.
Dal 1981 i prezzi per l'ossido di uranio U3O8 registrati dal Dipartimento per l'Energia degli Stati Uniti sono stati in continuo calo fino all'anno 2000: da 32,90 $/lb di U3O8 del 1981 a 12,55 $/lb nel 1990 a meno di 10 $/lb nel 2000. Il minimo valore del prezzo dell'uranio si è raggiunto nel 2001 a meno di 7 $/lb[1].
Negli ultimi anni (2001-2006) la richiesta mondiale di uranio è fortemente aumentata. Le cause vanno ricercate nella massiccia costruzione di nuovi reattori nucleari (28 cantieri inaugurati tra il 2000 e il 2005, su un totale di 442 reattori esistenti nel 2006; l'AIEA prevede altri 168 nuovi cantieri reattori entro il 2020) e anche nell'accresciuta domanda energetica dei paesi che utilizzano energia nucleare (soprattutto da parte diCina, India, Corea del Sud, Russia, Giappone e Stati Uniti), che negli ultimi anni è arrivata ad eccedere l'offerta. Per soddisfare la crescente domanda molti paesi consumatori e produttori hanno iniziato ad intaccare le cosiddette fonti secondarie di uranio, ossia le scorte accumulate in deposito nei decenni precedenti. ( http://it.wikipedia.org/wiki/Uranio ).